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Cosa fare (e non fare) per creare una password efficace

Le password poco efficaci o “deboli” sono un rischio serio e spesso sottovalutato, sia dai singoli utenti che dalle aziende.

Un problema decisamente diffuso, se si pensa che in tutto il mondo queste sono ancora le password utilizzate da milioni di utenti:

  • password
  • 123456
  • qwerty
  • 111111
  • abcd

Ogni giorno, navigando ed effettuando operazioni, accessi e autorizzazioni, ci esponiamo al cosiddetto data breach (violazione o fuga di dati).
Secondo gli esperti, le violazioni possono colpire chiunque in modo casuale, a prescindere da chi siamo e da che dati possediamo.

Come qualsiasi rischio sul lavoro, il data breach potrebbe accadere. Ma quello che possiamo e dobbiamo impegnarci a fare è ridurre i rischi il più possibile!

Ad esempio ripensando la nostra struttura IT, con l’aiuto della consulenza esperta di Tecnoservice.
Ma anche sbarazzandoci delle nostre password troppo semplici, ripetitive, riconducibili a noi e, in generale, inefficaci.

Ognuno di noi ha sicuramente commesso almeno uno degli errori più comuni per la formulazione di una password. Quindi come si crea una parola chiave davvero efficace?

Ecco alcuni consigli pratici su cosa si dovrebbe (e non si dovrebbe) fare per impostare e gestire le nostre password.

9 consigli per la tua password

Password diverse per ogni account

Secondo un rapporto di Verizon sulla cyber security, oltre il 65% degli utenti userebbe la stessa password per accedere a tutti gli account, dai social, alla casella di posta, alle applicazioni bancarie.

Un errore commesso anche dalle aziende, che per pigrizia e praticità tendono a uniformare le password per tutti i dipendenti.

Questo, però, agevola immensamente gli attacchi informatici, che nel peggiore dei casi potrebbero prendere il totale controllo dei nostri account e svolgere operazioni al posto nostro: da ingenti versamenti di denaro, alla visione di dati aziendali sensibili, fino alla diffusione di messaggi, foto e video personali.

Per evitare tutto questo il consiglio è di differenziare il più possibile le password, specialmente per gli account che riteniamo importanti: account bancari, posta elettronica, computer aziendali e, non ultimi, i social network.

Lunghezza e complessità

Le password più lunghe e complesse sono le più difficili da decifrare.

Una password efficace deve avere almeno otto caratteri e dovrebbe includere maiuscole e minuscole e anche numeri/ simboli, come % ‘ ! #

Ma oltre alla complessità formale, è bene soffermarsi anche sul contenuto.
Sono assolutamente sconsigliate le sequenze di numeri ovvie come 123456.

Ma anche informazioni personali e parole facilmente riconducibili a noi, poiché si tratta dei primi tentativi di chi tenta di violare i nostri dati. Non bisogna mai usare il nostro nome, la data di nascita o dettagli noti a tutti come il nome del nostro partner, del nostro animale domestico e via dicendo.

Inventare una passphrase

Una passphrase (frase chiave) è decisamente più difficile da “indovinare” rispetto ad una singola parola.
 
Come si crea una passphrase efficace?
Provando, per esempio, a mettere in fila una serie di parole non correlate tra loro, come ad esempio: un orso verde, che può diventare 1OrsoVerde! 
Le migliori passphrase, infatti, sono costruite con parole del tutto casuali.
 
Le passphrase sono facili da ricordare ed è meno frequente la necessità di doversele appuntare da qualche parte.

Usare un acronimo

Un’altra tecnica interessante per creare password complesse ma, allo stesso tempo, facilmente memorizzabili, è utilizzare le prime lettere di ogni parola di una frase significativa.

Un esempio pratico: La mia amica del cuore si chiama Giulia! come acronimo diventerebbe: LmadcscG!

Ma quindi bisognerà pensare a centinaia di acronimi diversi per ogni sito?

Per aggirare il problema della differenziazione, esiste un escamotage veramente furbo, come suggerito dal National Initiative for Cybersecurity Education degli Stati Uniti.

Posso usare la stessa password, ma “personalizzandola” per ogni sito web, per esempio, inserendo la prima e l’ultima lettera del sito stesso.

ESEMPIO:

Se il mio acronimo è: ricordi tre somari e tre briganti, dunque r3se3b e il sito in cui voglio accedere è www.tecnoservice.it, allora la mia password sarà: Tr3se3bE.
Mentre quella, per esempio, di Facebook, sarà: Fr3se3bK.

E così via!

Autenticazione a due fattori

Disponibile su molti siti web e applicativi, è buona pratica tenerla sempre attiva.
L’autenticazione a due fattori, come suggerisce il nome, è una modalità che aggiunge un secondo livello di sicurezza all’accesso del nostro account.
Potrebbe diventare anche a tre fattori per le operazioni che richiedono il massimo livello di sicurezza (come versamenti bancari, rinnovo dei documenti d’identità, pratiche sanitarie, ecc.)
 

Di solito tale metodo di accesso si appoggia al nostro numero di cellulare, al quale viene inviato un codice di verifica (tramite SMS o una notifica). Altre volte viene richiesta la scansione di un QR code.

In altri casi, laddove il nostro smartphone lo consenta, potrebbe inviare una verifica da effettuare tramite i nostri dati biometrici, cioè l’impronta digitale o il riconoscimento facciale o un comando vocale.

 

Per rafforzare ulteriormente le nostre password, oppure per gestirle e memorizzarle più agevolmente, possiamo avvalerci di altri strumenti disponibili sul web, sia a pagamento che gratuiti.

Scopriamo quali.

Generatore di password

Sul web esistono numerosi e affidabili generatori di password.
Sono tutti altamente personalizzabili. Possiamo impostare tutte le caratteristiche necessarie: numero di caratteri, simboli, lunghezza, ecc.
 
Gli stessi browser, come Google e Firefox, possono suggerire password efficaci per altri siti e, successivamente, le conservano in memoria per noi.
 
Senza dubbio è una delle opzioni più facili. Ma per garantire la sicurezza, è bene affidarsi a una password “forte” per proteggere l’account principale!

Password manager

Se è vero che i principali browser possono memorizzare le password del nostro account personale, per le aziende che gestiscono una grande mole di informazioni è più sicuro affidarsi a un buon software per la gestione delle password, o password manager.

Si tratta di programmi o app su licenza che memorizzano le password e garantiscono la massima sicurezza. Si occupano infatti di crittografare le password esistenti, ma possono essere usati per creare nuove password uniche e complesse.

Tramite un password manager, ogni utente autorizzato di un’azienda può consultare facilmente tutte le password aziendali, divise per sito o per nome utente, senza bisogno di appuntarle su file terzi.

Leggi anche: La sicurezza informatica: protegge la tua azienda, il tuo computer e i tuoi dati

Calcolo della sicurezza

Sul web sono disponibili dei veri e propri misuratori per le password.

Gli algoritmi di questi misuratori calcolano la forza (strenght) della nostra password.

Banalmente, la forza di una password corrisponde al numero di tentativi che deve fare un aggressore informatico per indovinarla e violarla.
Tale numero si calcola con una complessa funzione, che tiene conto di lunghezza, complessità e di un valore chiamato entropia della stringa di caratteri.

Per fortuna, possiamo delegare questi calcoli complessi ai vari siti e app, anche gratuiti, che offrono un servizio di controllo password.

 

Controllo dell'indirizzo email

Una buona pratica è controllare periodicamente la nostra email e verificare se sia associata a tentativi (riusciti o meno) di data breach.
 
Esistono strumenti (ad es. il sito ) in grado di controllare se siamo stati vittima di violazione di dati.
Se ultimamente abbiamo notato un aumento della spam nella posta, potrebbe valere la pena controllare ed eventualmente cambiare la password del nostro account.
 
Eppure siamo sicuri di avere sempre fatto attenzione, di non aver mai aperto una mail sospetta, né di aver cliccato popup o autorizzazioni strane.
Ebbene, spesso non basta: il data breach molte volte non dipende da noi.
Può capitare che i siti a cui ci iscriviamo e a cui forniamo autorizzazioni, cambino repentinamente i propri termini e condizioni e finiscano per cedere i nostri dati ad altri. Oppure sono proprio loro subire una violazione di dati.

Per reagire al meglio, è necessario adottare un atteggiamento proattivo: controllare periodicamente l’email e cambiare spesso la password degli account principali è una buona pratica per tenere al sicuro i propri dati.
Leggi anche: Assistenza PC proattiva: il vostro lavoro al sicuro

 

Ecco i nostri consigli per ideare una password sicura e per mantenerne l’efficacia.
Li conoscevi già tutti? O forse stavi commettendo qualche errore?

Il nostro consiglio più importante, però, è questo: tenere alta l’attenzione sul web e controllare lo stato dei nostri account.
Sono le armi migliori che abbiamo per difenderci!

Per proteggere la tua azienda e i tuoi dispositivi da attacchi informatici e da data breach, puoi rivolgerti a Tecnoservice.
Da oltre trent’anni siamo al fianco delle aziende e troviamo le soluzioni IT ideali.

Assistenza tecnica, software e tecnologie per professionisti e imprese, con esperienza, formazione e competenza nella sicurezza aziendale.

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5 strumenti per digitalizzare la tua azienda

Proprio come il nostro tempo libero, anche il mondo del lavoro è diventato sempre più mobile, social e multicanale.

Ormai la digitalizzazione aziendale è una necessità per molte realtà lavorative. Cos’è? E perché è importante per il successo delle imprese?

In questo articolo sveliamo tutti i segreti e gli step necessari per migliorare il tuo lavoro e valorizzare la tua azienda.

Cos'è la digitalizzazione aziendale?

La digitalizzazione è una trasformazione che coinvolge tutte le aree di un’impresa. Consiste nell’implementazione di tecnologie digitali che aiutano il lavoro, dunque richiede un’attenta pianificazione su più livelli.

Infatti, non si limita all’introduzione di nuove tecnologie, ma richiede un ripensamento del proprio modo di lavorare: proattivo, aperto e dinamico. Un digital mindset, trainato da intraprendenza e genuina curiosità per tutto ciò che è innovazione.

Ma quali sono i vantaggi della digitalizzazione aziendale? Vediamoli insieme.

Risparmio di spazio, tempo e risorse

L’impiego di nuove tecnologie, comporta, nel breve e nel lungo termine, un netto taglio alle spese e, in generale, aumenta l’efficienza del lavoro.

Per ottimizzare spazio, tempo e risorse sono fondamentali 3 step:

  • Informatizzazione
  • Dematerializzazione documentale
  • Cloud

In particolare, la dematerializzazione e la conseguente archiviazione digitale dei documenti, è un passaggio fondamentale che snellisce il flusso di lavoro. Si tratta anche di una scelta ecologica, che fa risparmiare carta e consumabili di stampa.

Oggi esistono multifunzione e scanner di ottima qualità che rendono facile e veloce la scansione di grandi moli di documenti.

Invece, per quanto riguarda i vantaggi del lavoro in Cloud, ne parliamo dettagliatamente in quest’altro articolo.

Sicurezza

Per la digitalizzazione aziendale, un problema da non trascurare è quello della sicurezza.

Con i software più aggiornati e gli scanner-multifunzione di ultima generazione, è possibile archiviare in tutta sicurezza i dati aziendali e proteggerli da furti e minacce informatiche.

Indispensabili gli strumenti di back-up in Cloud, che consentono una facile consultazione e, al tempo stesso, una garanzia di conservazione a prova di rischi e imprevisti.

Leggi anche: La sicurezza informatica: protegge la tua azienda, il tuo computer e i tuoi dati

Condivisione

La digitalizzazione consente una rapida condivisione di informazioni tra i membri del team.

Snellisce i processi di comunicazione anche tra reparti diversi o distanti.
Ad esempio, l’uso di server e chat interne velocizza enormemente lo scambio di informazioni rapide.

Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare.
La comunicazione può avvenire anche verso i clienti: attraverso diversi mezzi, è possibile comunicare non solo informazioni strettamente legate ai prodotti e ai servizi, ma anche l’identità, la mission e i propri valori aziendali.

Nuovi spazi

La trasformazione digitale porta con sé inevitabili cambiamenti anche nell’assetto della nostra azienda.

Se non c’è più necessità di un grosso archivio dei cartacei, perché non ricavare da quello spazio una stanza completamente nuova?

Nel mondo dell’arredo ufficio non mancano soluzioni sorprendenti, che possono rivoluzionare il tuo modo di lavorare.

Sempre più aziende, inoltre, si stanno dotando di tecnologie che consentono anche il lavoro a distanza. Gli spazi di lavoro diventano sempre più aperti e condivisi, organizzati in spazi che favoriscono la socialità e un ambiente sereno.

Leggi anche: Le tendenze ufficio 2023 dal Paris Workspace Expo

5 strumenti per la digitalizzazione aziendale

Vediamo quindi tutto ciò che serve per ridurre i costi, condividere informazioni e per automatizzare i flussi di lavoro.

Sistema di gestione dei documenti

Chiamato anche “DMS” (Document Management System). Si tratta di un insieme di soluzioni software per la gestione documentale, che permette di archiviare, gestire, consultare, condividere e organizzare i file, in modo sicuro, agile e veloce.

Per scansionare e archiviare i tuoi cartacei, potresti aver bisogno di una stampante multifunzione con scanner integrato. Esistono modelli per ogni esigenza e per tutte le tasche.

Software per la Cyber Security

I virus e gli attacchi informatici possono colpire singoli individui e piccole imprese, ma anche enti pubblici e organizzazioni governative. Dunque, oltre ad adottare buone pratiche di comportamento online, è necessario dotarsi di strumenti in grado di proteggere i dati sensibili.

 

Firma digitale, SPID, PEC

Alcuni software, disponibili sia da PC che da smartphone, consentono di applicare una firma dal valore legale ai documenti digitali. In pochi secondi, dunque, è possibile firmare contratti, fatture, atti amministrativi, ecc.

Essenziale anche l’attivazione di una PEC, Posta Elettronica Certificata, dal valore legale di una ricevuta A/R e impossibile da modificare nel contenuto e negli allegati.

Per certe attività e professionisti, potrebbe essere necessaria anche l’attivazione dello SPID, l’identità digitale di riferimento per molti servizi web statali ed europei.

Sito web e canali social

Sono strumenti essenziali, anche per chi non lavora strettamente con un e-commerce o con applicativi online. Ogni azienda dovrebbe possedere un sito web di riferimento e almeno un profilo social per orientare i clienti, promuovere la propria attività e comunicare la propria brand identity.

Esistono aziende che, dopo l’avvento dei social, hanno persino ampliato o reinventato il proprio core business, cogliendo nuove opportunità.

Password manager

App e software utilissimi, sicuri e crittografati, che memorizzano e archiviano tutte le password aziendali.

Username, email e password: tutto è conservato in un unico posto. Una sorta di cassaforte virtuale, accessibile esclusivamente per gli utenti autorizzati.

Questi erano i 5 strumenti fondamentali validi per la maggior parte delle aziende.
Ma ne esistono molti altri, più specifici e adatti a determinate attività.

Noi di Tecnoservice, grazie ad un’esperienza trentennale nel settore, possiamo aiutarti nella digitalizzazione della tua azienda e consigliarti tutti i migliori software sul mercato.
Ideiamo soluzioni su misura per il tuo modo di lavorare e di pensare l’ufficio, con un’esperienza completamente personalizzata.

PC, stampanti multifunzione, software e arredi ufficio pensati per te.

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Consumabili di stampa: quali sono e come funzionano?

I consumabili di stampa e i dispositivi interni di una stampante sono numerosi e possono generare una gran confusione a chi deve occuparsi di acquisti, sicurezza e manutenzione.

Eppure, per quanto sofisticata, la stampa automatizzata è un processo piuttosto interessante.

Infatti, per capire la funzione dei consumabili di stampa dobbiamo porci un’altra, più semplice, domanda: come fa la nostra stampante…a stampare?

Potrebbe sembrare una semplice curiosità, ma potrebbe aiutarci a prenderci cura più a lungo della nostra stampante o multifunzione.

Andiamo a vedere che cosa si intende per consumabili di stampa e perché è importante conoscerli.

Cosa sono i consumabili di stampa?

Come suggerisce il nome, i consumabili sono tutti quei dispositivi interni alla stampante che vanno sostituiti periodicamente, quindi: cartucce ad inchiostro e toner, drum, cinghie e vaschette di recupero.

A cosa servono? Vediamo nello specifico le loro caratteristiche.

Toner e cartucce: la differenza

Entrambi contengono inchiostro o una sostanza simile. Ed entrambi hanno lo stesso scopo: fissare sulla carta i testi e le immagini che abbiamo deciso di stampare.

Ma la differenza sta nella tipologia della nostra stampante. Nel mondo del lavoro si sono affermati essenzialmente due metodi di stampa: ink-jet o laser.

Per farla breve: la cartuccia a inchiostro va nella ink-jet, il toner va nella laser.

Per consigli sul perché scegliere una tecnologia rispetto ad un’altra, ti invitiamo a leggere la nostra guida dedicata.

Sintesi delle principali differenze tra toner e cartuccia ad inchiostro

Cartucce e stampanti ink-jet: come funzionano?

La classica cartuccia per stampa ink-jet (getto d’inchiostro) al suo interno contiene inchiostro liquido, destinato a depositarsi sulla carta.

Solitamente è molto più economica di un toner, ma ha una durata e una capacità di stampa nettamente inferiori.

Come funziona una stampante ink-jet? Un componente chiamato carrello procede da sinistra a destra, mentre un rullo fa scorrere il nostro foglio in avanti.

Il foglio esce progressivamente dalla stampante con il tipico movimento a “scatti” dato dal rullo

Sul carrello sono montate le testine, che ad ogni passaggio rilasciano sulla carta migliaia di goccioline da piccolissimi fori, detti ugelli.
Gli ugelli sono guidati da impulsi elettrici. Con tali impulsi, il software della stampante indica “dove” e “quanto” inchiostro depositare, in modo da riprodurre fedelmente il file lanciato dal nostro computer.

Con due tipi diversi di impulsi elettrici, le goccioline d’inchiostro escono dagli ugelli e si depositano sul foglio

Dati i numerosi passaggi del carrello, solitamente, la stampa ink-jet è molto più lenta della stampa laser, ma anche più precisa (in termini di risoluzione), perciò è particolarmente indicata per la stampa fotografica di alta qualità.

Tuttavia la maggioranza degli uffici e di chi stampa prevalentemente documenti, predilige la tecnologia laser.

Perché? Scopriamolo.

Toner: come funziona?

Il toner al suo interno non contiene inchiostro, bensì una polvere pigmentata finissima, fatta di carbone, ossidi di ferro e resina.
Per questo non secca e non si deteriora, neanche dopo lunghi tempi di inutilizzo.

Il toner è, per semplificare, la “cartuccia” delle stampanti a tecnologia laser. Si tratta di una tecnologia completamente diversa da quella ink-jet, poiché sfrutta il calore e l’elettrostatica per fissare i pigmenti al foglio.

Dunque nessuna testina, nessun carrello, ma soprattutto nessun inchiostro liquido. Allora come fa il toner a depositarsi sulla carta?

Qui entra in gioco il drum.

Drum: che cos’è?

Il drum (tamburo), o drum unit, è il consumabile cardine della stampa laser, che lavora in sinergia con il toner.
Non sempre nascono separati: alcuni drum sono inclusi nel toner stesso.

Per capire a che cosa serve il drum, dobbiamo scoprire cosa succede nella nostra stampante laser al lancio di una stampa.

Niente paura: ogni passaggio è di per sé semplice (e anche un po’ geniale!)

Come funziona la stampa laser? Drum, cinghia e vaschetta di recupero

Il drum è un componente fotosensibile. Con impulsi luminosi, un rullo chiamato PCR (Primary Charge Roller) lo infonde di carica elettrica negativa.

Successivamente entra in gioco il laser che dà il nome alla tecnologia. Il laser scansiona il drum e toglie la carica negativa in tutte quelle aree che non dovranno essere stampate.

Il laser proietta sul drum il nostro testo o immagine al “negativo”: indica, cioè, dove non stampare.

In questa fase si crea una sorta di “matrice”, per intenderci, un “negativo“, proprio come in fotografia.

Il drum, nelle sue zone ancora cariche, si comporta come una calamita: attrae un sottile strato di toner, regolato e livellato da una lama.
Il toner, a questo punto, si attacca soltanto alle zone “risparmiate” dal laser: quelle che hanno carica negativa.

Finalmente è il turno della carta, insieme a un altro componente: il rullo o cinghia di trasferimento, che preleva dal cassetto il foglio di carta e lo carica positivamente.

In quel momento il nostro strato di toner si stacca dal drum e va a depositarsi sul foglio, attratto dalla carica opposta.

Il foglio con il toner scivola accanto a un “fornetto”, detto fusore. Il calore scioglie le parti resinose del toner e lo fa penetrare nei pori della carta, fissando definitivamente la nostra stampa.

Una vista al microscopio: toner color ciano, magenta e giallo fissati alla carta dopo una stampa

Mentre la nostra stampa esce, tutto il toner in eccesso, regolato da quella lama di cui parlavamo poco fa, finisce in un contenitore di raccolta, chiamato vaschetta di recupero.

Ricordiamo che svuotare e pulire la vaschetta è un’operazione rischiosa per i nostri polmoni, che potrebbero respirare la polvere finissima del toner. Poiché si tratta di un componente molto economico, noi consigliamo sempre di sostituirla.

La velocità è la caratteristica che rende il laser la tecnologia preferita dagli uffici: il primo foglio è il più “lento a uscire”, poiché, come abbiamo visto, il fusore deve raggiungere la giusta temperatura.

Ma tutte le stampe successive avvengono in maniera rapidissima, raggiungendo anche le 100 pagine al minuto.
Per questo la stampa laser è imbattibile sui grandi volumi di stampa.

Per concludere

I consumabili di stampa sono tutti attori importanti nel funzionamento delle nostre stampanti ink-jet e laser.

Lesinare sulla qualità di questi componenti spesso può portare a malfunzionamenti dell’intero apparecchio.

Per evitare guasti o bloccare il tuo lavoro, è molto importante rispettare gli avvisi segnalati dalla macchina, come la sostituzione delle cartucce, del tamburo o della vaschetta di recupero. Ma è importante anche acquistare prodotti certificati e di qualità.

Da Tecnoservice trovi tutti i consumabili di cui hai bisogno e assistenza su stampanti laser e ink-jet.
Per contattarci compila il form o chiamaci allo 0532 978703.

Non sai quale stampante si adatta meglio alla tua attività? Consulta la nostra guida: Laser o inkjet: quale scegliere?

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Le tendenze ufficio 2023 dal Paris Workspace Expo

Si è appena concluso il Workspace Expo 2023 di Parigi, il salone annuale di riferimento in Europa per il design dell’arredamento per ufficio e workspace.

In riferimento ad un recente report del nostro partner Frezza, vediamo quali sono le principali novità e tendenze che hanno guidato l’edizione 2023 del salone.

Pastel: accoglienza e comfort

Anche nel 2023 assistiamo alla riconferma di un trend degli ultimi anni: i colori pastello.

Stiamo parlando di colori caldi e tenui, un tempo tipici di ambienti residenziali o alberghieri, che oggi sono largamente utilizzati in ufficio: pareti, sedute, scrivanie, fino a complementi secondari.

Questa scelta cromatica si inserisce perfettamente nel trend del resimercial, un termine che va a definire quegli spazi di lavoro con elementi comuni ad un ambiente domestico: accoglienza, calore, comfort, senso di protezione.

Ma un altro elemento tipico delle nostre case prende piede nel luogo di lavoro.

Piante da ufficio

L’altra tendenza emersa dal Workspace Expo è il crescente uso delle piante in ufficio e non solo come semplice decorazione!

Le piante contribuiscono a rendere più salubre il luogo in cui lavoriamo: trasformano l’aria appesantita degli uffici arricchendola di ossigeno. Sistemare qualche pianta in ufficio è uno dei tanti accorgimenti per migliorare l’aria nel luogo di lavoro.

Oltre alle ben note proprietà detossinanti, le piante sono elementi d’arredo a tutti gli effetti. Contribuiscono, infatti, a rendere l’ambiente di lavoro più accogliente e curato.

Ma non solo.
Oggi le aziende sono sempre attente all’impatto ambientale delle proprie attività. L’uso delle piante nel luogo di lavoro diventa anche simbolo. Simbolo di rispetto per la natura e attenzione per l’ambiente, punti ormai fondamentali nella mission di tantissime realtà.

Sostenibilità

È una parola chiave per le nostre scelte quotidiane: la sostenibilità non è un trend, ma un’istanza. E il mondo dell’arredo è pronto ad accoglierla.

Al Workspace Expo è stato un vero e proprio exploit di materie prime sostenbili e dal bassissimo impatto ambientale.

Tantissimi prodotti di ultima generazione presentano materiali riciclati, riciclabili o ricondizionati, pronti a vivere una seconda, terza o molte altre vite.

C’è, dunque, una crescente attenzione delle aziende sul proprio impatto ambientale, dalle multinazionali alle PMI. Una scelta consapevole e necessaria, che guarda al futuro con positività.

Flessibilità e trasformazione

Una grande riconferma del 2023 è il flex office, la tendenza a immaginare l’ufficio come uno spazio flessibile e adattabile a repentini mutamenti.

Come sappiamo, l’emergenza sanitaria del 2020 ha accelerato processi che erano già in atto da qualche anno: la possibilità di lavorare da casa, di creare e disfare velocemente ambienti di coworking, di spostare luoghi di incontro e rappresentanza anche in spazi inusuali, senza troppi pensieri.

Insomma, la parola d’ordine è proprio flessibilità. Per questo gli arredi modulari e componibili, temporanei e poco invasivi, anche per quest’anno si riconfermano un successo.

Conclusioni

Per tirare le somme, il Workspace Expo 2023 è stato lo specchio di un mercato sempre più esigente e selettivo, fatto di aziende sempre più green, attente al benessere delle persone e all’ambiente.

Valori che, da sempre, guidano anche Tecnoservice: nel nostro modo di lavorare e in quello che ideiamo su misura per la tua attività.

Chiamaci per una consulenza: insieme creiamo il tuo spazio lavorativo a 360°, dall’arredo alle tecnologie.

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Sedute ufficio: tutte le novità a catalogo

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In ufficio dopo il Covid: cosa cambierà

Il mondo del lavoro è al centro di una rivoluzione e l’emergenza Covid-19 ha messo in luce la capacità di adattamento delle aziende a nuovi e imprevisti scenari.

Come evidenziato in un interessante articolo di Landscapes, web magazine di Frezza, solo chi ha dimostrato alta adattabilità e resilienza è riuscito a far fronte a uno scenario senza precedenti.

Appare chiaro che niente dovrà essere come prima e che ogni azienda dovrà intervenire per non ritrovarsi (nuovamente) impreparata.

Tornare dopo lo smart working

Per tanti lavoratori il ritorno in ufficio è stato un sollievo. I mesi del lockdown sono stati un banco di prova per lo smart working e non per tutti ha funzionato: il disagio causato da spazi domestici inadeguati, distrazioni, oppure dalla semplice nostalgia della quotidianità e della propria indipendenza è stato evidente.

Tuttavia per altri, a giudicare dai dati, la prova smart working è stata brillantemente superata.
Secondo l’indagine condotta da ANRA i lavoratori hanno riconosciuto che oltre il 70% delle proprie attività può essere svolto facilmente da remoto, contro l’11% dichiarato prima della pandemia.

Uno studio dell’istituto di ricerca Gartner dichiara che entro il 2030 la richiesta di lavoro a distanza aumenterà del 30% e l’82% delle aziende intervistate integrerà il lavoro da remoto a quello in presenza anche dopo l’emergenza.

Altro segnale importante è il recentissimo disegno di legge del Decreto Rilancio che renderà lo smart working una modalità di lavoro strutturale a partire dal 2021.

Sul nostro Blog abbiamo già discusso della “rivoluzione” smart working e dei vantaggi di questa modalità percepiti dai lavoratori.
Ma cosa accadrà all’ufficio post-emergenza?

Il ritorno in ufficio: come sarà la “nuova normalità”?

L’approccio dello smart worker al ritorno in ufficio potrebbe essere costellato da ragionevoli dubbi.

Come posso sapere se chi è seduto accanto a me è sano? Le sanificazioni avvengono in maniera corretta? Riusciremo a mantenere il distanziamento sociale?

Queste domande sorgono anche nelle aziende che fino a ieri si potevano definire all’avanguardia.

I nuovi spazi di lavoro non dovranno garantire solo il comfort, ma anche la sicurezza. Pulizie, sanificazioni e rispetto del distanziamento sociale non possono più essere un optional.
Così come non sarà più opzionale la capacità di gestire le emergenze future, a cui il mondo del lavoro dovrà far fronte con preparazione, competenze e quello spirito di adattamento di cui si parlava sopra.

Cosa fare per la propria azienda?

Come si deve comportare il datore di lavoro in questa situazione?

Si possono individuare almeno 3 macro aree di intervento:

Progettazione degli uffici, che dovranno essere adeguati alle nuove esigenze:

  • Organizzazione degli spazi per garantire il distanziamento sociale
  • Arredamento in grado di creare un’area sicura attorno a ogni lavoratore
  • Utilizzo di materiali facilmente sanificabili
  • Monitoraggio della qualità dell’aria

Redazione di precisi e rigorosi protocolli di sicurezza:

  • Pulizia degli ambienti
  • Regolamenti interni che prevedano l’utilizzo di mascherine, in particolari situazioni anche di guanti, e impongano il lavaggio delle mani frequente e accurato
  • Sensibilizzazione del personale in merito ai rischi per la salute propria e dei colleghi

Organizzazione del lavoro:

  • Suddivisione del lavoro tra presenza e smart working
  • Riduzione dei lavori di gruppo
  • Implementazione di strumenti digitali per la produttività e la condivisione dei dati

La soluzione è Tecnoservice

Tecnoservice sarà in grado di aiutarvi nell’adeguamento della vostra azienda.
Consultate il nostro sito per trovare soluzioni per ogni vostra esigenza: